La progettazione di un macchinario coinvolge numerosi campi dell’ingegno e richiede lo studio, l’analisi, la realizzazione e l’utilizzo di componenti e tecnologie che spaziano dalla meccanica, all’elettronica, fino, ovviamente, all’analisi dell’interazione uomo-macchina.
Proprio l’HMI (Human-Machine Interface), anche detta Interfaccia Utente (User-Interface, abbreviato UI), è uno dei componenti chiave (oltre che critici) nella realizzazione di un macchinario, dal momento che ne determina l’usabilità; per quanto possa essere evoluta, performante o ingegnerizzata, una macchina non sarà mai efficiente se il suo utilizzo non risulta semplice, pratico e veloce.
Maggiore è la complessità del macchinario, migliore deve essere la sua usabilità.
L’Interfaccia Utente
Per “Interfaccia Utente” si intende il flusso di informazioni che consentono all’operatore di decidere e controllare il processo a cui esse si riferiscono: un flusso di informazioni che ha natura bi-direzionale comprendendo sia le informazioni che l’operatore indirizza verso il processo (es. la pressione di un pulsante o l’inserimento di un valore tramite Touch-Screen) sia le informazioni che l’operatore riceve dal processo (es. un messaggio d’allarme o un avviso sonoro).
Tali informazioni possono essere di varia natura e, pertanto, possono essere raggruppate in vari sistemi informativi:
- Ideogrammi e Testi: Rappresentano o identificano una funzione, una parte di processo o un avviso;
- Informazioni Visive (non testuali): Veicolate generalmente tramite spie luminose o schermi;
- Informazioni Sonore: Ad es. altoparlanti o sirene;
- Azioni Di Controllo: Gestite tramite tastiere, pulsanti, interruttori.
L’insieme dei vari sistemi informativi della macchina viene definito come Console o Stazione Di Controllo, altresì identificato nei macchinari anche come pannello o quadro sinottico (dal greco sunoptikós «sguardo d’insieme»); più stazioni di controllo possono essere raggruppate per gestire e controllare differenti processi o macchinari, creando dunque una Sala Di Controllo. Alcune parti della stazione di controllo possono essere delocalizzate rispetto al sistema centrale laddove il macchinario o il processo lo richieda per specifiche esigenze (es. un lampeggiante multi-colore in una zona da cui non sia facilmente visibile la stazione di controllo principale o una pulsantiera per il comando remoto).
Come anticipato, per le interfacce uomo-macchina risultano di primaria importanza i concetti di usabilità e accessibilità per garantire quello che viene generalmente definito come utilizzo user-friendly della macchina, oltre che per fare in modo che la stessa venga utilizzata nella maniera prevista.
Indipendentemente dal tipo di macchinario progettato (industriale, civile, medicale, di largo consumo, etc.), un’errata o inadeguata progettazione dell’interfaccia uomo-macchina ne scoraggerà l’utilizzo.
Evoluzione dell’interfaccia Uomo-Macchina
L’interazione Uomo-Macchina si è evoluta nel tempo, di pari passo con lo sviluppo tecnologico e l’evoluzione delle macchine stesse; siamo passati dal semplice pulsante/interruttore con spia luminosa a pannelli Touch-Screen con possibilità anche di gestione multi-touch, SCADA, interfacce virtualizzate e trasferite su dispositivi mobili come gli stessi smartphone, fino anche all’integrazione della realtà aumentata.
Oggi una tipica Console di Comando di un macchinario prevede un numero particolarmente elevato di funzioni, racchiuse in una singola interfaccia dove comandi e segnalazioni devono essere disposti in modo chiaro, oltre che in posizioni facilmente accessibili e che il loro utilizzo avvenga in modo intuitivo e con limitata probabilità di errori. A questo si aggiunge la necessità che le interfacce siano il più possibile uniformi, soprattutto se il processo di lavoro prevede l’utilizzo di più macchinari, in modo che il passaggio da una macchina all’altra non comporti grosse differenze nelle modalità di comando e nelle segnalazioni.
Il progettista deve costantemente tenersi al passo con l’evoluzione tecnologia, cercando, al contempo, di bilanciare l’utilizzo di nuovi componenti ed elementi di progettazione con la realizzazione di un’interfaccia che possa adattarsi, quanto meglio possibile, all’uso previsto nell’ambiente di lavoro finale; Un errore diffuso è quello di voler integrare forzatamente sistemi informativi particolarmente evoluti, con la convinzione che possano rappresentare un vantaggio commerciale rispetto alla concorrenza. Tuttavia, senza un’adeguata analisi e una profonda comprensione di come e dove il macchinario sarà utilizzato e del livello di preparazione degli operatori, il risultato sarà la realizzazione di un’interfaccia poco efficace e scarsamente efficiente. Ciò significa che le più recenti soluzioni tecnologiche disponibili sul mercato non sono sempre le scelte migliori.
La capacità di traslare la prospettiva progettuale da quella di un ingegnere a quella di un utente finale è una capacità fondamentale nella progettazione di un’HMI.
Quando, poi, l’interfaccia deve essere pensata, progettata e realizzata per poter essere utilizzata su macchinari (o in generale, su applicazioni) venduti sul mercato mondiale, quindi utilizzate da operatori di differenti lingue e culture (oltre che di diverso grado di istruzione), diventa ancor più pressante il problema di renderla comprensibile, usabile e accessibile; questo comporta, innanzitutto, un importante lavoro di astrazione per sintetizzare la descrizione della funzione, riducendola, ove possibile, ad un simbolo o ad una stringa di testo.
In altre parole, l’interfaccia utente deve essere semplice da capire e facile da usare sin dal primo utilizzo, fornendo all’operatore una formazione minima.
Il nostro approccio
Da sempre, il nostro approccio è quello di sfruttare le nuove tecnologie per progettare e costruire macchinari dall’utilizzo semplice e pratico, senza, tuttavia, sacrificare in alcun modo l’efficienza e la resa del macchinario stesso.
Le innovazioni tecnologiche vengono integrate cercando di renderle quanto più trasparenti per l’utente finale, seguendo il concetto “Facile non significa Semplice”. In altre parole, attraverso una progettazione attenta alle esigenze dell’utente finale, semplifichiamo quanto più possibile la gestione del macchinario, in maniera da permettere la gestione delle fasi produttive nel minor tempo possibile e con la possibilità di intervenire in modo adeguato in qualsiasi situazione.
L’interfaccia utente per i nostri Touch-Screen è stata sviluppata progettando una base comune che la rende uniforme e coerente da macchinario a macchinario, con la possibilità, per l’operatore, di passare da una Pressa ad un Pallettizzatore, ritrovando comandi, avvisi e segnalazioni similari, semplificandone la comprensione e la gestione.
I nostri quadri di comando presentano pannelli in alluminio anodizzato serigrafati con simboli di facile e immediata comprensione e pulsanti e spie non sono totalmente sostituiti dai pannelli Touch-Screen, così da mantenere il feedback tattile e la “certezza” di un selettore o un pulsante, con la possibilità di continuare a gestire il macchinario (e quindi produrre) anche in caso di malfunzionamento del pannello tattile.
Ma, come detto, “Facile non significa Semplice” e tramite l’interfaccia utente è possibile gestire e personalizzare numerosi parametri di funzionamento del macchinario. A tutto questo si aggiunge la possibilità di virtualizzare la gestione del macchinario così da consentire sia l’assistenza remota da parte dei nostri tecnici oltre che “smaterializzare” la console di controllo, rendendola disponibile anche tramite interfaccia Web.